Come selezionano le banche quali attività economiche possono essere considerate ecosostenibili?
Attualmente, ogni azienda che si occupa di rating ESG (ambientale, sociale e di governance), banca e assicurazione, utilizza i propri criteri e metodologie per determinare quali investimenti siano considerati ecosostenibili.
A causa dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale, l’economia e il sistema finanziario sono stati significativamente influenzati.
Per questo motivo, nel 2018, la Commissione Europea ha creato la Tassonomia Europea (https://europedirect.comune.fi.it/blog/tassonomia-dellue-classificazione-attivita-economiche-ecosostenibili#:~:text=La%20tassonomia%20dell’UE%20%C3%A8,di%20attivit%C3%A0%20economiche%20eco%2Dsostenibili.) una definizione univoca per aiutare le banche a identificare gli investimenti con minor impatto ambientale.
La Tassonomia classifica le attività economiche in sei categorie in base al loro contributo all’ambiente. Queste categorie comprendono:
- Mitigazione del cambiamento climatico
- Adattamento ai cambiamenti climatici
- Uso sostenibile e protezione dell’acqua e delle risorse marine
- Transizione verso un’economia circolare
- Prevenzione e controllo dell’inquinamento
- Tutela e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
Per essere considerati ecosostenibili secondo la Tassonomia, le attività devono rispettare i criteri di screening tecnico, non danneggiare gli altri cinque obiettivi e rispettare le clausole sui diritti umani. Al momento sono disponibili solo i criteri tecnici per i primi due obiettivi, ovvero la mitigazione del cambiamento climatico e l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Perché un’azienda dovrebbe interessarsi di Tassonomia?
Allo stato attuale ci sono diversi soggetti che devono fornire informazioni sulle loro attività in base alla Tassonomia e tra essi figurano, oltre banche e aziende di assicurazioni, le aziende con oltre 500 dipendenti e, in definitiva, tutti coloro che devono rispettare la Non Financial Reporting Directive (https://finance-ec-europa-eu.translate.goog/capital-markets-union-and-financial-markets/company-reporting-and-auditing/company-reporting/corporate-sustainability-reporting_en?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc).
La NFRD è una direttiva europea che stabilisce regole per la rendicontazione non finanziaria per le grandi imprese e le società di diritto pubblico UE, promuovendo trasparenza e responsabilità sull’impatto sociale, ambientale e sui diritti umani.
A partire dal 1° gennaio 2023, anche gli istituti di credito devono allinearsi a questi obiettivi: in prima fase le banche dovranno finanziare attività allineate alla Tassonomia, con tassi più vantaggiosi, successivamente finanzieranno solo quelle considerate ecosostenibili
La Commissione Europea ha già fatto ricorso alla Tassonomia come riferimento per i fondi del PNRR (https://www.italiadomani.gov.it/content/sogei-ng/it/it/home.html) e sta considerando di utilizzarla la Tassonomia per il futuro programma InvestEu da 372 miliardi di euro.
Gli investimenti sostenibili nel 2020 hanno superato i 35 miliardi di dollari, con USA e UE come principali player, seguiti dal Regno Unito. Investire in sostenibilità è una scelta positiva per il futuro dell’azienda e del pianeta. Possiamo aiutare a calcolare la carbon footprint dell’azienda, suggerire pratiche sostenibili e invitare a investire in sostenibilità.
A chi serve investire nella sostenibilità?
A tutti i soggetti in gioco.
Di fronte ad un pubblico sempre più attento ai temi ambientali e alle sorti del Pianeta, posizionarsi nella categoria della sostenibilità e della transizione verde rende più “appetibili”: più i soggetti si riveleranno virtuosi per il raggiungimento degli obiettivi ESG, più saranno cospicui i finanziamenti che otterranno dalle banche.
Ciò porterà più attenzioni da parte di investitori e future collaborazioni rivelandosi una scelta per il futuro, anche dell’ambiente.
