La Carbon Neutrality per aziende e istituzioni è ormai una priorità.
L’impatto dei cambiamenti climatici sul futuro del nostro Pianeta rischia di essere duro se non verrà raggiunta la Carbon Neutrality. Il cambiamento climatico non rappresenta solo un alzamento medio delle temperature, ma può tramutare in un pericolo concreto e serio per le generazioni future.
Il climate change diventa quindi una responsabilità sociale.
L’Unione Europea nel 2015 ha aderito all’Accordo di Parigi (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:22016A1019(01)&from=SV) il cui scopo è appunto contrastare e contenere il riscaldamento globale entro la soglia di 1,5° arrivando a raggiungere la neutralità carbonica entro la metà del secolo.
Che cos’è la Carbon Neutrality?
La neutralità carbonica altro non è che il raggiungimento di un equilibrio tra le emissioni di CO2 rilasciate nell’atmosfera e l’assorbimento di carbonio.
La compensazione rientra tra i metodi più utilizzati e consiste nel bilanciare le emissioni prodotte in un comparto con la loro riduzione in un altro settore. Per raggiungere questo scopo ecco che si cerca di utilizzare più energie rinnovabili prestando così maggior attenzione all’efficienza energetica.
Quali settori inquinano di più?
In base ai dati a disposizione l’anidride carbonica è il gas più rilasciato nell’atmosfera (81%) seguito dal metano (11%), dal monossido di azoto (5%) e dagli idrofluorocarburi (2%).
In Europa è la Germania il paese in testa, mentre l’Italia si posiziona al quarto posto dopo la Francia.
L’80,7% dei gas è prodotto dal settore energetico, seguito da quello agricolo con l’8,72%, dai processi industriali con il 7,82% e, in ultima posizione, il trattamento dei rifiuti con il 2,75%.
Come si raggiunge la Carbon Neutrality?
I metodi per raggiungere la Carbon Neutrality spesso sono gravosi dal punto di vista economico e complicati dal punto di vista tecnologico.
Ne sono esempi le tecniche che impediscono il rilascio di CO2 nell’atmosfera tramite sistemi di depurazione dei fumi o la tecnica di ”catturare” l’anidride carbonica già nell’aria in modo da imprigionarla e stoccarla.
Esiste un modo più economico e naturale: l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, passando da un’economia basata sui combustibili fossili a una emissioni zero. Contemporaneamente si può moltiplicare il numero delle risorse naturali in grado di assorbire da sole l’anidride carbonica come le alghe, gli alberi e le piante.
Quali tecnologie è meglio utilizzare?
Per contenere le emissioni di gas serra, le tecnologie emergenti possono giocare un ruolo chiave e molte imprese se stanno tenendo conto.
Un primo scenario sono i Big Data: possedere dati raccolti in tempo reale consente di ottimizzare i processi, evitando sprechi e dosando meglio le energie. Avere un’accurata analisi dei dati aiuta ad avere una mappa delle emissioni, avendo chiaro dove intervenire in caso di emissioni troppo elevate.
Un ruolo chiave lo giocano anche le Internet of Things (IoT) con le quali i dati possono essere analizzati anche in tempo reale. Queste possono essere utilizzate in qualsiasi settore, dall’industria all’agricoltura.
Una metodologia che può rivelarsi utile è la tecnologia blockchain grazie all’offerta di una soluzione certificabile e altamente sicura.
Noi, per il nostro progetto Ecologico2, abbiamo scelto proprio la tecnologia blockchain. Per noi infatti blockchain e crediti carbonio hanno un legame molto più stretto di quello che si pensa.
Il mercato globale di carbonio risente della difficoltà di garantire la qualità del credito ma, grazie all’utilizzo della blockchain, questo problema scompare: un credito sarà indissolubilmente collegato ad un progetto, garantendone la trasparenza.
Noi ne siamo certi. La blockchain applicata ai crediti carbonio sarà uno dei casi in cui l’utilizzo di questa tecnologia sarà uno dei più promettenti per il prossimo futuro.